Caravan autonoma

Ma perché dotare la caravan di accessori per renderla indipendente? In fondo i campeggi servono proprio a fornire i servizi di cui abbiamo bisogno…. Appunto, ma il campeggio non è davvero l’unica soluzione praticabile, specie quando si intraprende un viaggio che prevede diverse tappe o se si vuole viaggiare in un’area dove non ci sono campeggi o sono chiusi per buona parte dell’anno (cioè, in Italia, la maggior parte). Per la sosta ci si può appoggiare anche a strutture diverse, come agriturismi e sempre più spesso aree attrezzate per camper che accolgono senza troppi problemi i caravanisti di passaggio. Diventa importante, però, essere strutturati un po’ meglio, considerare che non sempre avremo una colonnina per la corrente elettrica e talvolta nemmeno l’acqua. Ecco cosa fare.

La scelta della pianta della caravan ha la sua importanza. In sosta libera non è permesso espandersi verso l’esterno. Lo spazio deve essere calibrato per avere un certo comfort, un numero di posti letto sufficienti e una toilette che preveda l’utilizzo di una doccetta. Un consiglio è predisporre anche una doccetta da esterno: una sosta in estate nei pressi di una spiaggia assolata vede il suo coronamento migliore anche con una breve doccia per togliersi di dosso sabbia e sale.

L’acqua è vita, ma è anche libertà di sosta. I serbatoi a bordo delle caravan non sempre sono particolarmente generosi. 40 litri sono un po’ pochi per affrontare un weekend. Non è un problema installare un serbatoio più grande. Il problema è semmai viaggiare con il serbatoio pieno, cosa da evitare. Si riempie in loco o nei pressi dell’area dove intendiamo sostare; utile sarà la valvola per lo scarico rapido. A favore del comfort si può considerare il montaggio del boiler a gas, che garantisce una decina di litri di acqua calda senza assorbimenti significativi di elettricità, una soluzione decisamente più efficace rispetto al modello della stessa azienda Truma Therme che funziona prevalentemente a elettricità e che è il più utilizzato nell’installazione di serie. Il boiler, per ragioni logistiche, deve essere collocato tra il serbatoio e i rubinetti, essere addossato alla parete per poter realizzare lo scarico dei gas a parete e il più vicino possibile all’impianto del gas per l’alimentazione.

L’acqua utilizzata deve essere raccolta. Si tenga presente che il serbatoio che comunemente collochiamo sotto lo scarico in sosta libera è già considerato attendamento e potrebbe esserci contestato. Nessun problema se collochiamo un serbatoio per le acque reflue consolidato al pianale. Stesso discorso che per le acque chiare: svuotatelo appena possibile per non viaggiare con il sovraccarico. Ovviamente la collocazione sarà la più vicina possibile all’asse delle ruote della caravan.

Riscaldamento autonomo in roulotte

La scelta perfetta è un sistema che consumi poca energia elettrica ma che garantisca comfort in tutte le stagioni. La tradizionale stufa a tiraggio naturale consuma corrente elettrica solo nel momento in cui funziona con la termoventilazione attiva. Ci costringe però a trovare lo spazio per il boiler a gas. Alcune caravan come le Fendt Bianco Activ cominciano ad adottare di serie la caldaia Truma Combi, perfetta perché nello spazio destinato al boiler trova posto anche il cuore di un potente ed efficace impianto di riscaldamento (che in opzione può essere anche controllato a distanza con lo smartphone). Ma la Combi può funzionare solo se dispone di elettricità (oltre che del gas GPL, naturalmente) e dunque limita la nostra autonomia in questa direzione. Ma rendere autonoma la caravan richiede sempre dei compromessi: ognuno faccia la sua valutazione.

Indipendenza elettrica in roulotte

Una batteria di servizio è la sorgente che ci garantirà il funzionamento dell’impianto a 12 volt di bordo. Un inverter da 150 – 300 watt ci permetterà anche di utilizzare alcune utenze a 220 volt (ovviamente non asciugacapelli o condizionatore). La batteria ha due problemi: più è capace (cioè ha più Ah) e più è pesante. L’altro problema è che va ricaricata. Il primo problema si risolve in parte calibrando bene la scelta dell’accumulatore in base alla stima dei consumi, considerando che le componenti maggiormente energivore nella vita a bordo sono la termoventilazione della stufa e l’utilizzo troppo intensivo di televisore e computer. Una eventuale riconversione dell’impianto luci dirette con lampade a Led consente di minimizzare i consumi attribuibili alle lampade, purché non ci si lasci troppo lusingare dalle abbondanti luci indirette sempre più presenti a bordo.

In assenza della colonnina di rete, la ricarica della batteria di servizio può avvenire con l’auto in movimento attraverso un cavo dedicato da batteria a batteria di sezione generosa e protetto da fusibile (un lavoro che lasciamo volentieri all’elettrauto) e in sosta ci si potrebbe avvalere di un modulo fotovoltaico che nei giorni di buona illuminazione solare compie il suo lavoro. La soluzione più pratica è l’installazione a tetto. Va detto che in questo caso la posizione ottimale non si ottiene mai e possiamo valutare un 30% medio in meno della resa rispetto un pannello inclinato. Quest’ultima soluzione potrebbe essere praticabile: serve un pannello più piccolo e si potrebbe, per esempio, appoggiare al timone tramite un supporto, o lasciarlo a casa quando riteniamo non serva evitando di portarci un peso in più. Una raccomandazione riguarda il regolatore di tensione da interporre tra modulo fotovoltaico e batteria, che deve essere di buona qualità: CBE, NDS e altri marchi noti. I regolatori super economici, infatti, nel funzionamento spesso dissipano troppo calore, tutta energia che non riescono a trasformare in corrente utile per la ricarica dell’accumulatore. Rispetto alla batteria ci sono diverse tecnologie rispetto l’elettrolito: liquido, al gel o AGM, cioè liquido trattenuto in una sorta di spugna. Quest’ultima tecnologia è quella che offre il miglior compromesso tra efficienza e praticità sui veicoli ricreazionali. Attenzione alle batterie al litio che si andranno presto ad affermare. Costano di più, ma pesano molto meno e hanno una resa in amperaggio di un 10-20% maggiore rispetto le batterie al piombo.

Il tendalino

Turismo di tappa o itinerante che dir si voglia, implica un montaggio e smontaggio veloce del campo. Possiamo dimenticarci le ore passate a montare e smontare la veranda. Meglio, se le caratteristiche della caravan lo consentono. Peraltro i pali di sostegno possono puntellare anche direttamente sulla parete della caravan attraverso specifici supporti. Ci sono poi gli altri accessori, secondari ma importanti, che ogni equipaggio prenderà in considerazione in base alla propria esperienza, dai cunei livellatori al movimentatore. Fondamentale, prima di ogni installazione, è valutare il peso dell’oggetto che stiamo montando, il posizionamento perché non si sbilanci troppo il carico e la reale utilità rispetto le nostre necessità. Viaggiare leggeri, del resto, è una prerogativa del vero “globetrotter”.

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