Parco Sa Cracchera di Sini

In Sardegna, nella zona della Marmilla a due passi da Baradili, si trova il paese di Sini dove è possibile visitare a mio parere il parco naturalistico più bello dell’isola (tra quelli visti fino ad oggi).

Il paese di Sini in Marmilla

Circa l’etimologia della parola “Sini” sono emerse differenti teorie. Nella mitologia “Sini” era il nome di un gigante che nell’istmo di Corinto assaliva i viandanti. Questo personaggio però non può aver influito sul nome del paese sardo. Nel medioevo, invece, il monosillabo “Sin” fu scritto anche “Sinu”, con riferimento alla insenatura dove sorge il paese fra le pendici del monte. Se poi si volesse dare al nome un’interpretazione elegante si potrebbe pensare al vocabolo greco “Csenioi”, vale a dire uomini di grande ospitalità; la parola pronunciata Sénioi sarebbe poi potuta diventare Sinioi ed infine Sini. Dal punto di vista storico sono scarse le notizie sull’origine del paese che ci consentano di avere un quadro preciso. Sicuramente i primi insediamenti sono antichissimi visto i resti di alcuni nuraghi presenti nelle campagne di Sini, Nuraxi Sedda, Nuraxi Pedrosu, Nuraxi Bucca Scala, Nuraxi Scab’i Ois, Domus de Frandaios, Siorus, Nuraxeu ecc.

La presenza di insediamenti dei Fenici nel VIII sec. a.C. e la successiva occupazione dei Cartaginesi nel VI sec. a.C., fu limitata soprattutto alle zone costiere e di pianura e non provocarono sostanziali mutamenti nelle strutture economiche e culturali di questi
o territorio. Sopra e sotto l’altopiano della Giara sono presenti testimonianze archeologiche di villaggi sardo-punici. Significativi cambiamenti si ebbero, invece, quando la Sardegna fu conquistata dai Romani, come dimostrano alcune tracce rinvenute nelle campagne sinesi, tra cui, tombe, ceramiche e monete ritrovate in località Sa Gora ‘e s’Acqua Sabia; un abitato nella località Nuratò ed infine una necropoli in Pratza Costanti sita all’interno del centro abitato. Nel X sec. d.C., la Sardegna fu divisa in Giudicati, piccoli governi autonomi sotto un Giudice con poteri sovrani, e come ci riferiscono alcune testimonianze, Sini faceva parte del Giudicato di Arborea. L’autonomia dei Giudicati venne limitata dall’intervento dei Genovesi e dei Pisani; durante la dominazione di questi ultimi, vennero innestati e curati, nel nostro territorio, alcuni uliveti ancora in piena vegetazione. Sotto il governo aragonese Sini risulta essere dipendente dal barone di Tuili e successivamente dal marchese di Laconi. Nel 1859, sotto la dominazione sabauda, Sini è parte del mandamento di Lunamatrona, nella provincia di Cagliari, sotto la giurisdizione di Isili. Solamente nel secolo attuale, precisamente nel 1923, Sini si rende autonomo. Durante il fascismo, dal 1928 e fino al 1946, Sini fu aggregata al comune limitrofo di Baressa.
Dal 1946 Sini gode di nuova autonomia.

Parco Sa Cracchera

sa Cracchera è un sito nuragico e naturalistico unico. Diventa “Parco comunale di Sini” nel 1982. Per accedere al Parco di Cracchera dobbiamo percorrere la strada che attraversa le colline delle campagne di Sini, il suo ingresso è rappresentato da un ponte, sito in un’insenatura che nei periodi di forti piogge quasi scompariva per l’enorme massa d’acqua che arrivava dalla Giara, offrendo un bellissimo spettacolo, questa cascata è detta Su Strumpu.

Nel suo interno si trovano tanti piccoli sentieri ciottolati, circondati da una fitta vegetazione secolare di lecci, roverelle, mirto e piante da sughero che anche in piena giornata fanno appena filtrare i raggi solari.Troviamo piccole costruzioni di case in pietra, alcune utilizzate dai pastori per il Bestiame.

ll parco si trova sotto il costone della Giara, da cui si può godere un panorama mozzafiato, strategico nel periodo nuragico, infatti, non può stupire se troviamo resti di vecchi nuraghi:
Nuraxi Sedda, Nuraxi Pedrosu, Nuraxi Bucca Scala, Nuraxi Scab’i Ois, la loro locazione permetteva un’ampia veduta sulla pianura sottostante

Guardando oggi quei sentieri vien da pensare al periodo nuragico, e a quante volte gli abitanti del vecchio villaggio avranno percorso quelle strade per andare di guardia nei nuraghi per difendere la propria gente dalle popolazioni avverse.

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